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Non si può dire che l'epistolario di uno scrittore sia - generalmente - un'opera composta per il pubblico, ma nel caso di Elio Vittorini, uno degli intellettuali che più hanno lasciato il segno nella cultura del Novecento, leggere le sue lettere - per la gran parte ancora inedite - significa entrare nel vivo di un'epoca, nelle discussioni della letteratura e della politica, nei rapporti personali e nelle scelte editoriali di un uomo e di tutto un periodo - qui, quello dell'ultimo suo decennio di vita - assistendo a una vera e propria narrazione che ricostruisce passioni, scontri, progetti e tutta una storia che è stata quella dell'Italia della ricostruzione e del boom economico e che ci ha dato, con «il menabò», l'ultima delle grandi riviste di dibattito letterario.